Il metodo training |
Training = vocabolo inglese che tradotto significa: formazione, allenamento, addestramento. Esistono diverse teorie e modalità legate
all'apprendimento. Ci sono diverse modalità per agire
l'apprendimento attraverso il training. Il Training nonviolento si differenzia perchè
come obiettivo vi è quello di una crescita della nonviolenza: Ulteriori differenze del training nonviolento:
Gli esercizi sono MEZZI, non FINI, servono per abilitare i gruppi a lavorare insieme in modo più efficae (clima) e efficiente (operatività-compito). Vanno perciò graduati e scelti in base alle esigenze del gruppo. I "PASSAGGI", LE "EVOLUZIONI" ATTRAVERSO IL TRAINING. Dal tema al problema. Dal razionale all'emotivo con la capacità di coinvolgersi dentro le questioni, evitando di fare solo importanti, ma distaccate analisi delle situazioni. Dal verbale all'espressivo. Deve entrare in gioco tutto (mente-corpo) ed è importante saper gestire la propria emotività. Dal prodotto individuale al prodotto di gruppo. Il frutto dell'elaborazione non è la somma del prodotto di singoli individui, ma un'insieme organico con un significato più complessivo e sinergico. OBIEZIONI AL TRAINING: - metodo nuovo e difficile. Ogni cosa nuova, ignota ci crea apprensione (sentirsi inadeguati, non sapere cosa ci aspetta, non sapere come gestirla); - il gioco è un'attività seria. Non puo essere banalizzato con "giochini" infantili. Giocare per i bambini è anche apprendere. Si impara di più e meglio se ci si diverte. E' importante precisare però che anche attraverso un'esperienza non positiva si possono innestare meccanismi di apprendimento. - questi metodi e i giochi creano una realtà artificiale. La realtà è un'altra. Se un gruppo vuole cambiare certe situazioni che non condivide deve misurarsi con le difficoltà di portare delle innovazioni e dei cambiamenti, anche nelle piccole cose. Forlì, 17/07/93 Raffaele Barbiero. |